IL CARNEVALE INTERNAZIONALE DI PECHINO

Da PECHINO Elvira Agnese

Non c’è niente di meglio che andar fieri del proprio paese e gridarlo al mondo. È più o meno questo lo slogan del Carnevale delle Nazioni che da undici anni ha luogo a fine aprile all’Università di lingue e culture di Pechino. Ma il fine di questa iniziativa è anche quello di far sentire per un momento un po’ meno soli quei tantissimi studenti che si trovano lontani dalle loro case e dalle loro abitudini. Ultimo,  perché no, anche quello di dimostrare al mondo che la Blcu è davvero un’università internazionale. Qui, infatti, ogni anno confluiscono – uniti dalla voglia di apprendere questa lingua difficile e affascinante– centinaia di ragazzi provenienti da ogni angolo del pianeta. Così quel 26 aprile, per un giorno, gli studenti stranieri della Blcu si sono sentiti magicamente ognuno a casa propria tornando a parlare la loro lingua con i loro connazionali  e insegnando a dire “ciao” alle centinaia di cinesi accorsi eccitati a questo velocissimo giro del mondo. L’evento, davvero grandioso e ripreso dalle telecamere di varie tv nazionali, ha riempito per tutto il giorno dei suoi colori, suoni, sapori e odori lo stadio della Blcu e tutto il campus. Notevole la partecipazione degli studenti, che non avrebbero mai perso questa occasione di capovolgere i ruoli per un giorno, facendo assaggiare, sentire e capire la propria cultura. Un fiume di studenti cinesi e non solo, armati di passaporto finto da far timbrare al passaggio,si è presentato ai tantissimi stand allestiti per l’occasione. Quasi nessun paese del mondo è mancato all’appello: dal Togo al Camerun, dall’Australia al Canada, dal Belize al Perù. Un mare così bello di musiche, di lingue, di colori, di bandiere, di culture e tradizioni che si mescolavano tutte insieme nello stesso posto, non si era mai visto.  E certo non potevano mancare gli italiani. Sono in tantissimi quelli che hanno scelto di venire a studiare qui a Pechino, e non avrebbero certo perso l’occasione di far vedere quanto di bello la loro cultura abbia da offrire. L’emozione è stata davvero enorme quando avvicinandosi allo stand dell’Italia un profumo intenso di caffè espresso ha colpito le narici di chi scrive: nessun italiano qui può dire di non sentire nostalgia della vecchia, cara “macchinetta del caffè”. Grazie in particolare all’aiuto dell’Istituto Italiano di Cultura di Pechino e all’Associazione Giovani Italiani in Cina, i ragazzi italiani sono riusciti ad incollare decine e decine di avventori alla loro postazione. Tra cinesi che cantavano “O’sole mio” con il tricolore dipinto sul volto e orientali che hanno dimostrato di conoscere la formazione dell’ Italia 2006, ahimè, meglio di chi scrive, la giornata sembrava non dover finire mai. E invece, purtroppo, è finita e si torna tutti allo stesso modo ad essere studenti stranieri di cinese, ancora assetati di Cina, ma un po’ rinfrancati da una piccola boccata di aria di casa.