I CINESI VOLANO IN LAPPONIA PER STUDIARE DA BABBO NATALE

A Rovaniemi, capitale della Lapponia finlandese e città ufficiale di Babbo Natale come dice fieramente il suo municipio, arrivano i cinesi. Anzi, ne stanno arrivando sempre di più: nell’università della Lapponia, circa 5 mila iscritti, la più settentrionale dell’Unione europea, già si tengono 8 corsi e programmi di scambi con gli atenei della Repubblica popolare, e nei prossimi mesi — su iniziativa del governo di Pechino — vi si aprirà anche un Istituto Confucio per la diffusione della lingua e della cultura cinese. Sarà simile ai molti omonimi diffusi in tutto il mondo, Italia compresa.
E a Rovaniemi, ha annunciato l’ambasciata cinese di Helsinki, si spera così di attirare «più turisti, studenti e investimenti cinesi». I primi stanno aumentando al ritmo annuale del 50%. Fra loro, un giorno, è arrivato anche Xi Jinping, all’epoca vice presidente: fra gli altri appuntamenti ha fatto visita anche a una fattoria di renne e al presunto Babbo Natale, nella sua casetta. Visite non solo turistiche, certo: nel 2016, per esempio, Pechino ha acquistato l’84% del colosso finlandese dei videogiochi Supercell, con un investimento calcolato in circa 6,9 miliardi di euro. In due parole: l’Istituto Confucio di Rovaniemi non plana fra renne e lapponi come un’astronave isolata dallo spazio; è la conferma di un interesse crescente, non solo culturale