ROBERTO MANCINI, NO ALLA PANCHINA DELLO SHANGHAI PER TORNARE ALL’INTER

Poche ore prima di cedere all’idea di tornare all’Inter, Roberto Mancini aveva ricevuto un’offerta shock da un club di Shanghai: 10 milioni di euro a stagione per trasferirsi in Cina. Una cifra enorme, che però non è bastata a recidere il filo che lo lega al mondo interista. E’ tornato per vincere. E non è un caso che nel contratto sia inserita una clausola come al Galatasaray che lo libererà senza penale alla fine di questa stagione, qualora vi fossero differenze di ambizioni tra lui e il club. L’indiscrezione è stata rilanciata in Italia dal Quotidiano Sportivo.

Mancini è l’allenatore che all’Inter ha vinto più di tutti: 3 scudetti, 2 coppe Italia, 2 Supercoppe dopo Helenio Herrera. Certo, Mou ha centrato il triplete, arrivando però in un club vincente costruito proprio dal Mancio. Da zero. Ricorda, ogni tanto Mancini, l’approdo all’Inter di Moratti. Il club nel quale «parlava anche chi non doveva parlare» e regnava il caos.

Ricorda le notti in bianco passate a casa del presidente che se l’era fatto sfuggire da giocatore nel 1997, ma non da allenatore strappandolo alla corte del Cska di Abramovich a costruire il club pezzo per pezzo, dal magazziniere ai dirigenti. Aveva capito, Moratti, che il Mancio era il prototipo italiano del manager all’inglese. E non sbagliò. Qualcuno lo definisce l’architetto’, perchè quando c’è da (ri)costruire, è una garanzia, dall’Inter al City. Anche se, in una recente chiacchierata, ci ha scherzato su: «A volte mi piacerebbe arrivare in un club dove tutto è già al suo posto…». E prima dell’Inter, l’aveva sfiorato: il Psg. Un flirt intenso prima delle sei vittorie consecutive di Blanc che, da buon ex interista, ha fatto un favore a Erik Thohir.