L’ELEFANTINO VERDE DI GIORGIO CORBELLI PRONTO A VOLARE IN CINA. TELEMARKET VERSO L’ADDIO ALL’ITALIA

Addio Telemarket. Il patron Giorgio Corbelli l’ha detto in tivù, con tono teatrale, alla fine di una delle sue trasmissioni “Svendiamo tutto”. Liquidazione volontaria. “Basta, non si può più lavorare in queste condizioni – tuona l’imprenditore riminese -, in uno Stato di polizia, con un governo che ha perso il barlume della lucidità e tratta come criminali i ricchi”. Il colpevole è solo uno: “Il redditometro. Terrorizza tutti”.  Il patròn di Telemarket, con alle spalle una parentesi alla guida della proprietà del Napoli, adesso è pronto a volare in Cina. Da un anno e mezzo mi sto guardando intorno. Oriente: Cina. Ho già degli accordi con un’emittente televisiva di Jinan, dove potrei vendere la parte insoluta del magazzino”, ha confermato Giorgio Corbelli.

Telemarket (con sede a Roncadelle, Brescia) fondata da Corbelli quando aveva solo 27 anni, ha iniziato le trasmissioni nel 1982. Il patron ha poi acquistato la casa d’aste Semenzato ed è diventato azionista di Finarte, la storica casa d’aste milanese dichiarata fallita nel 2012. Negli ultime anni, complice la crisi, le vendite sono andate a picco, precipitando da un fatturato di 111 milioni nel 2005 ai 32 milioni del 2012.