LI NA, LA TENNISTA RIBELLE NUMERO UNO IN CINA SI RACCONTA AL NEW YORK TIMES

Quando lo scorso maggio al Roland Garros – il più importante torneo di tennis giocato sulla terra rossa, a Parigi – la tennista cinese Li Na fu sorprendentemente eliminata al secondo turno dalla statunitense Bethanie Mattek-Sands, un giornalista dell’agenzia di stampa cinese Xinhua chiese a Li Na, nella conferenza dopo la partita, di fornire ai tifosi del suo paese una spiegazione per la sua prestazione deludente. «Ho perso una partita, tutto qui», rispose Li. «Devo anche mettermi in ginocchio e chinare il capo?».
Li Na è la più forte tennista cinese di sempre: è la prima cinese ad aver vinto un torneo internazionale nel circuito professionistico WTA (Women’s Tennis Association) e la prima e unica ad aver vinto un torneo del Grande Slam (quello del Roland Garros, nel 2011, battendo in finale Francesca Schiavone). Ha milioni di fan nel suo paese, ma ha un rapporto difficile con la stampa cinese e con il “sistema sportivo nazionale” (juguo tizhi), che abbandonò nel 2008. È un tipo risoluto e combattivo, con una grande personalità; ha una laurea in giornalismo, un tatuaggio sul petto e un marito che russa, tennista anche lui, che per lungo tempo le ha fatto da allenatore, quando Li Na decise di abbandonare il sistema sportivo cinese e gestire autonomamente la sua vita e la sua carriera sportiva.
È una bella storia, e l’ha raccontata il magazine del New York Times qualche settimana fa. In questi giorni Li Na è impegnata negli US Open, l’ultimo dei quattro tornei più importanti dell’anno (il “Grande Slam”), dove nessun cinese era mai arrivato così avanti: ha sconfitto ai quarti la russa Ekaterina Makarova e affronterà venerdì in semifinale Serena Williams, campionessa in carica e numero uno in classifica mondiale.

Li Na è molto popolare e molto amata in Cina, e in generale è tra gli sportivi cinesi più celebri nel mondo, insieme all’ex giocatore di basket Yao Ming e a Liu Xiang, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atene nei 110 metri a ostacoli. Su Weibo, il social network cinese simile a Twitter, ha più di 21 milioni di follower (su Twitter, per capirci, Rafael Nadal ne ha quasi 5 milioni e Serena Williams poco meno di 4 milioni). La sua finale vinta al Roland Garros – il 4 giugno 2011, il giorno della ricorrenza del massacro di piazza Tienanmen – fu seguita in televisione da 116 milioni di telespettatori cinesi, più dei telespettatori del Super Bowl (la finale del football americano) di quell’anno, e quasi il doppio degli abitanti dell’Italia.
Il sito di sport cinese Sohu Sports calcolò che la vittoria del Roland Garros avrebbe fruttato a Li Na 234 volte lo stipendio annuale di un lavoratore cinese, e commentò: «tutto meritato». Il sito di news Bloomberg scrisse che sarebbe diventata la seconda sportiva più ricca dopo la russa Maria Sharapova; oggi, secondo il New York Times, è la terza dopo Sharapova e Serena Williams (tutte tenniste), che intanto è rientrata nel circuito dopo un lungo infortunio. Li Na, già testimonial di Rolex e Nike, strinse nuovi accordi commerciali con marchi come Mercedes-Benz, Samsung e Häagen-Dazs, che portarono i suoi guadagni annuali, secondo il New York Times, a una cifra intorno ai 18 milioni di dollari.
Li Na deve la sua popolarità soprattutto alla dimensione del pubblico e del mercato cinese, scrive il New York Times, e «non sarebbe mai stata tra le tre sportive più pagate al mondo, se fosse nata in Cile, in Ciad o a Chicago» e fosse stata forte altrettanto. Anche la Women’s Tennis Association ha sfruttato la popolarità di Li Na per espandersi in Oriente: cinque anni fa i tornei ufficiali WTA organizzati in Cina erano due; nel 2014 – grazie anche all’ingresso del torneo di Wuhan, città di Li Na, 4 milioni e mezzo di abitanti – i tornei internazionali organizzati in Cina saranno otto.