“TRANSFORMERS 4″ RECORD IN CINA: HOLLYWOOD GUARDA SEMPRE DI PIÙ AD ORIENTE

Transformers 4 è piaciuto tanto ai cinesi.
Storicamente la saga dei giocattoloni Hasbro ha un ottimo rapporto con al Cina ma stavolta si è superata (complice anche il lancio in anteprima mondiale fatto ad Hong Kong). Con più di 300 milioni di dollari realizzati nella sola Cina (record d’incassi nazionale) il film di Michael Bay si è ampiamente ripagato del budget (210 milioni di dollari), anche volendo considerare i non trascurabili costi aggiuntivi di marketing e promozione. Il resto è profitto e parliamo di circa altri 800 milioni raccimolati in giro per il mondo e negli Stati Uniti. Numeri simili spiegano da soli come mai Hollywood sia sempre più interessata al mercato della grande Cina, nel quale fino a due anni fa venivano costruite 10 nuove sale ogni giorno ma che, per legge, poteva includere solo pochi film stranieri ogni anno.
Fino a poco tempo fa le maglie del governo permettevano la distribuzione di 20 pellicole straniere a stagione, così da proteggere la produzione interna che quanto a blockbuster e intrattenimento non ha nulla da invidiare (e molti di questi sono di propaganda, dunque vanno visti). Tuttavia recentemente il blocco è stato allentato, consentendo a 34 film l’anno di passare e voci insistenti sostengono che ben presto si passerà a 44 (includendo però in questi 10 in più solo pellicole d’autore e non filmoni americani di grande incasso come avviene in linea di massima). In un paese in cui il totale del boxoffice aumenta nell’ordine di miliardi di dollari ogni paio d’anni la voglia di far arrivare più cinema americano (ma sempre selezionandolo) è forte e soprattutto è forte la voglia cinese di entrare in questo business anche produttivamente.
Dunque ai cinesi il cinema americano piace (nonostante arrivino pochi film lo stesso Hollywood è responsabile del 44% dell’incasso totale del botteghino nazionale) e agli americani il mercato cinese piace perchè è il secondo del pianeta per grandezza, dopo il loro ovviamente. Al ritmo in cui cresce poi è facile prevedere che tra un pugno d’anni diventerà il più importante del globo.
I cantori della decadenza del cinema amano ripetere che quest’esigenza di pensare i grandi film per mercati che non sono più quello americano fa sì che vediamo storie sempre più cretine, semplici e banali, film con sempre meno dialoghi (meno si deve tradurre o leggere coi sottotitoli meglio è) che abbandonano qualsiasi velleità più ponderata per inseguire mercati assetati d’intrattenimento spettacolare. Di certo la più grande industria di cinema del pianeta sta ripensando il modo in cui continuerà ad essere tale e produrre i film di grande incasso, cioè le corazzate da centinaia di milioni di dollari, e lo sta facendo con un’ottica intercontinentale.