CONTE NIENTE SCONTI: CONFERMATI 10 MESI DI SQUALIFICA. SORRIDONO PEPE E BONUCCI PER IL PROSCIOGLIMENTO

Nessuno sconto ad Antonio Conte, confermati i proscioglimenti di Pepe, Bonucci e Di Vaio, sì alla richiesta del Grosseto che resta dunque in serie B. L’appello del processo calcioscommesse non riscrive il primo grado, se non in pochi casi. Sono stati respinti quasi tutti gli appelli presentati, a cominciare da quello dell’allenatore della Juventus Antonio Conte che dovrà rivolgersi al Tnas per poter tornare presto in panchina. E’ andata meglio al suo vice, Angelo Alessio, a cui i giudici hanno concesso uno sconto di due mesi allo stop deciso dalla Disciplinare (passa da 8 a 6 mesi). Sorridono anche gli altri bianconeri Leonardo Bonucci (la richiesta era di 3 anni e 6 mesi o, in subordine, un anno per omessa denuncia) e Simone Pepe (rischiava un anno) che sono stati prosciolti anche in secondo grado così come il senese Nicola Belmonte, il granata Salvatore Masiello. Il Procuratore federale, Stefano Palazzi, si è visto quindi respingere anche in secondo grado tutte le impugnazioni relative alla partita Udinese-Bari del maggio 2010. Ma Palazzi incassa una sconfitta anche in merito alla partita Bologna-Bari: i giudici, infatti, hanno confermato l’assoluzione dell’ex capitano del Bologna, Marco Di Vaio e la squalifica di 6 mesi del difensore, Daniele Portanova (il Procuratore aveva chiesto un anno di stop per il primo e 3 anni per il secondo). Sorride quindi il Bologna che pagherà un’ammenda di 30mila euro evitando però la penalizzazione di due punti in classifica. A festeggiare, però, sono soprattutto i tifosi del Grosseto che, nel processo d’appello, ha visto ribaltare la sentenza di primo grado che lo vedeva escluso dalla Serie B: il club maremmano rimarrà nel campionato cadetto con ‘in sella’ il suo patron Piero Camilli, che si e’ visto annullare l’inibizione di 5 anni per la presunta combine di Ancona-Grosseto. Dovranno, invece, soffrire ancora sino al Tnas i supporter salentini: la Corte, infatti, ha confermato l’esclusione del Lecce dalla Serie B e l’inibizione di 5 anni dell’ex presidente Pierandrea Semeraro, colpevole, secondo i giudici, di aver comprato il derby Bari-Lecce del maggio 2011.