LA CAMPANIA AL TOP NELLE GUIDE DE L’ESPRESSO, 4 CAPPELLI PER NINO DI COSTANZO

Nel 2018 erano 68 i ristoranti della Campania selezionati dalla Guida Espresso dei Ristoranti d’Italia. Quest’anno sono 73. Un buon segno per la cucina della nostra Regione.

Non sono assegnati voti, né stelle, ma “cappelli”

A Napoli due cappelli vanno al ristorante Il Comandante dell’hotel Romeo e uno rispettivamente a al ristorante dell’Hotel Parker’s George, Palazzo Petrucci e Veritas.

Altri tre cappelli sono distribuiti tra la provincia di Avellino (Marrennà a Sorbo Serpico e Oasis Sapori Antichi a Vallesaccarda) e Castellammare dove si conferma Piazzetta Milù.

In provincia di Salerno un cappello va a Pappacarbone e Casa Rispoli a Cava de’ Tirreni, Casa del Nonno 13 a Mercato San Severino, Cetaria e Pensando a Te a Baronissi, Brezza Marina, i Tre Olivi del Savoy Beach e Osteria Arbustico a Capaccio, Il Papavero a Eboli e Locanda Severino a Caggiano.

In provincia di Napoli un cappello a Cieddì a Portici, Caracol dell’hotel Cala Moresca a Bacoli, Josè Restaurant e Tenuta Guerra a Torre del Greco, La Galleria a Gragnano, il President a Pompei, il Roji Japan Fusion Restaurant a Nola, il ristorante Sud di Marianna Vitale a Quarto e Taverna Vesuviana a San Gennaro Vesuviano

In provincia di Avellino un cappello rispettivamente a Il Vecchio Mulino 1834 di Castelfranci e al ristorante Megaron di Paternopoli.

Altri tre cappelli sono distribuiti tra la provincia di Benevento e quella di Caserta: Il Foro dei Baroni a Puglianello, Vairo al Volturno a Vairano Patenora e Le Colonne di Rosanna Marziale a Caserta città.

Nino Di Costanzo è uno dei pochi top chef d’Italia “. In Campania a nessuno più di quattro. Un solo “Cappello d’oro”, il simbolo che consacra i Nuovi Classici, è attribuito ad Alfonso laccarino, il più popolare tra gli chef campani nel mondo. Ma la Guida ne spiega il primato illustrando la esemplare collaborazione della sua famiglia, “capace di accogliere nel ristorante e nelle eleganti suite capi di stato e normali appassionati con il medesimo calore”. Quattro “Cappelli” assegnati a “Danì Maison”, il ristorante dello chef pluristellato Nino Di Costanzo a Ischia definito un “fuoriclasse, anima bella e spirito libero, che ha trasformato la casa di famiglia in un piccolo mondo, testimonianza per Ischia, l’arte, l’ambiente”. Una menzione particolare per la sua pasta e fagioli preparata con il particolare fagiolo zampognaro: un prodotto ischitano che ha ottenuto da poco il riconoscimento ministeriale di prodotto agroalimentare territoriale. Due cappelli anche per un altro ischitano innamorato della sua terra: Pasquale Palamaro chef dell’ “Indaco” al Regina Isabella di Lacco Ameno. A dimostrazione che Ischia è un luogo dove si mangia bene sono i riconoscimenti per La Cucina del Monastero (Hotel Il Monastero), il ristorante La Lampara dell’Hotel Miramare e Castello, Il Mosaico (Manzi Terme) e Umberto a Mare, tutti con un cappello. Quattro cappelli anche per Kresios a Telese Terme (qui un cappello va alla Locanda del Borgo dell’Hotel Acquapetra Resort) e quelli di Brusciano della Taverna Estia. In Penisola Sorrentina dopo Don Alfonso, al top per l’Espresso in Campania, figurano i tre cappelli della Torre del Saracino, di Gennaro Esposito, del ristorante Quattro Passi e della Taverna del Capitano. E a seguire i due cappelli dell’Antica Osteria Donna Rosadello chef Peppe Guida, del Bikini e del Maxi di Capo la Gala. Con un cappello Relais Blu, L’Accanto dell’hotel Angiolieri e Villa Chiara Orto e Cucina. A Sorrento due cappelli sono stati assegnati alla Terrazza Bouquet del Grand Hotel Excelsior Vittoria e un cappello rispettivamente ai ristoranti ‘O Canonico, Caruso, Il Buco e l’Antica Trattoria. Un cappello anche a Don Geppi a Sant’Agnello. A Capri due cappelli vanno a L’Olivo del Capri Palace e al Rendez Vous del Quisisana. Un cappello al ristorante Da Tonino, al JKitchen dell’hotel J.K. Palce Capri, a Le Monzù di Punta Tragara e Mammà. A Positano un cappello va rispettivamente al ristorante Zass dell’Hotel San Pietro, al ristorante La Serra dell’Hotel Le Agavi, ed a La Sponda del Sirenuse. Ad Amalfi conquista due cappelli il ristorante La Caravella di Antonio Dipino, che si conferma tra i leader della ristorazione in Costiera Amalfitana, mentre un cappello è stato assegnato per il secondo anno consecutivo al Sensi Restaurant la cui cucina è affidata alla creatività del giovane Alessandro Tormolino. Due cappelli anche al Refettorio del Monastero di Santa Rosa di Conca dei Marini di Bob Christoph, al Flauto di Pan dell’hotel Villa Cimbrone di Ravello e al Faro di Capo d’Orso a Maiori che rappresenta un angolo di grande cucina francese in Costiera Amalfitana grazie all’esperienza e la straordinaria capacità interpretativa di Pierfranco Ferrara. A Cetara, che si conferma tempio del gusto nel nome della colatura, un cappello è stato assegnato rispettivamente ai ristoranti Al Convento di Pasquale Torrente e San Pietro di Franco Tammaro e dello chef Bruno Milano. Un cappello anche Re Maurì, il ristorante del Lloyd’s Baia a Vietri Sul Mare.