MATTEO RENZI IN CINA PER SEDURRE I CAPITALI CINESI

nvoca la favola di Pinocchio il premier Matteo Renzi, per spingere gli imprenditori italiani a Shanghai e gli italiani tutti, ad avere coraggio e a impegnarsi per cambiare. Lo fa nella sua prima tappa cinese, a Shanghai, dove si è trattenuto poche ore prima nell’ex padiglione italiano dell’Expo 2010, dove ha incontrato la comunità d’affari italo-cinese, e poi ha incontrato il sindaco della capitale economica cinese.

«Quando nel 2010 sono venuto qui da sindaco di Firenze – ha detto Renzi – c’erano migliaia di persone e una statua di Pinocchio che ora non vedo. È una metafora splendida, non perché noi non diciamo più bugie o perché siamo diventati bambini da burattini o perché siamo nella pancia della balena. Ognuno di noi ha dentro Pinocchio. Se ognuno fa il suo dovere, se prova a mettersi in gioco e a cambiare, allora viene davvero fuori l’Italia. L’Italia fa l’Italia se non ha paura di cambiare. Noi faremo la nostra parte, stiamo rivoluzionando il sistema. Non abbiamo paura, e a voi che portate avanti la bandiera dell’Italia all’estero, chiedo di avere ancora più coraggio».

Renzi ha salutato i circa 400 imprenditori dopo che Chen Anjie, presidente del China Corporate United Pavilion, il terzo padiglione cinese che sarà presente all’Expo di Milano, ha illustrato il progetto. Per il premier italiano, l’Expo di Milano «sarà una gigantesca opportunità per l’Italia tutta per affrontare i grandi scenari geopolitici mondiali. È l’opportunità per mostrare un paese migliore da come spesso lo si racconta».


Renzi ha ringraziato i cinesi per l’investimento importante che hanno fatto all’Expo, con tre padiglioni (uno istituzionale, uno della Vanke e il terzo, appunto, di aziende di Shanghai), «un fil rouge con l’Expo di Shanghai». Il presidente del Consiglio ha anche ricordato il recente accordo di Ansaldo Energia con l’azienda shanghainese di elettricità, ma ha detto che si deve fare di più per limitare il gap di disavanzo tra Italia e Cina: con un interscambio di 33 miliardi, i cinesi acquistano 10 miliardi di prodotti dall’Italia mentre l’Italia acquista 23 miliardi di prodotti cinesi.

«Chi viene ad investire all’estero – ha detto Renzi agli imprenditori italiani – non è un fuggitivo. Si è dato della delocalizzazione un significato solo negativo. Ma così si è scoraggiata l’apertura al mondo del paese. Il paese deve fare di più nell’esportare, migliorare anche gli investimenti diretti. Quando in Italia diciamo che dobbiamo fare le riforme, non diciamo frasi fatte che fanno parte del dizionario popolare della politica, ma vogliamo creare le condizioni per cambiare, quindi creare lavoro.

Semplificare la burocrazia non significa cercare piccole alchimie da amministratori, ma vogliamo scrivere una pagina totalmente nuova nella relazione tra pubblica amministrazione e cittadino. Tutte le riforme che abbiamo e vogliamo mettere in campo, servono per accogliere investimenti e aiutare le nostre imprese a crescere. Bisogna avere coraggio, come Marco Polo e Matteo Ricci».

Al termine dell’incontro, Renzi, accompagnato dall’ambasciatore italiano in Cina, Alberto Bradanini, ha incontrato il sindaco di Shanghai, Yang Xiong, con il quale c’è stato un colloquio molto cordiale nel quale, oltre ad argomenti istituzionali, si è discusso anche dei prossimi mondiali di calcio, sport del quale il sindaco di Shanghai è molto tifoso.